
Roma Jewellery Week 2023
Alternatives gallery, in collaborazione con AGC Associazione Gioiello Contemporaneo, presenta i lavori di 18 designer internazionali, frutto delle loro ultime ricerche artistiche nell’ambito dell’ornamento personale.
La mostra è ospitata dal 07.10.2023 al 14.10.2023, presso la sede della galleria Alternatives a Roma in via della Chiesa Nuova 10, con inaugurazione il giorno 07.10.2023 alle ore 16.30, ed è parte integrante del progetto più ampio di valorizzazione e promozione del gioiello contemporaneo, d’autore e d’artista, promosso dalla manifestazione RJW Roma Jewellery Week, già alla sua terza edizione.
Con quest’evento, gli organizzatori hanno voluto portare all’attenzione del pubblico romano e non solo, il carattere assolutamente internazionale e multidisciplinare di un settore come quello del gioiello contemporaneo, da sempre crocevia di mondi diversi ma contigui, come quello dell’artigianato, dell’arte e del design. Uno spazio di ricerca in continua trasformazione, sempre pronto a sperimentare nuove tecnologie, nuovi materiali e nuove tendenze, con il solo fine di creare qualcosa di unico, di diverso, mai uguale a se stesso.
La collaborazione tra AGC e Alternatives Gallery ha portato alla selezione di 16 percorsi creativi, frutto di culture e sensibilità diverse intorno al concetto di ornamento personale, alla sua capacità comunicativa e alla sua innata forza simbolica.
Riscrivendo i parametri della sua lettura, gli autori hanno dato vita a gioielli lontani dai normali canoni classici, ma incredibilmente attuali nella loro connotazione temporale. Un caleidoscopio di proposte creative dove l’unica regola è non avere regole.
E’ con questo spirito che gli autori hanno inteso interpretare questo processo creativo, facendo diventare il racconto il punto centrale dell’opera, palesandosi attraverso l'uso originale delle idee, dei materiali e la cura nella sua realizzazione.
Possiamo cogliere nei lavori del livornese Corrado De Meo, riflessioni sul colore di certi paesaggi toscani all'alba o al tramonto, ombre che la luce produce su una superfice ruvida, o ancora la relazione di forme proiettate in uno spazio dove il tempo è sospeso.
Stefano Fronza è presente con una serie di spille che fondono la sapienza orafa con la fantasia fissata nell’immagine fotografica elaborata da raffinate tecniche digitali. La realizzazione dei suoi gioielli cela una peculiarità narrativa, laddove l’immediatezza dello scatto fotografico nel cristallizzare dettagli di realtà che lo circondano, ne modifica il loro significato perchè l’immagine, decontestualizzata diventa altro da sé e dalla sua rappresentazione.
Due artiste prendono spunto dalla stessa tecnica antica giapponese del Kintsugi, l’arte di riparare le ceramiche rotte, ma con un approccio completamente diverso. Una è la cipriota Liana Pattihis che realizza i suoi gioielli utilizzando oggetti indesiderati e danneggiati raccolti nel corso degli anni, conferendo ai pezzi originali una nuova identità e funzione, mentre la giapponese Yukiko Kakimoto associa simbolicamente questa tecnica al modo in cui cerchiamo di guarire noi stessi nelle nostre vite dalle ferite fisiche o emotive.
Un’altra artista giapponese, Mari Ishikawa, mediante la tecnica della cera persa cattura la bellezza dei momenti fugaci della vita di tutti i giorni e li cristallizza in gioielli, dandoci la possibilità di osservare gli istanti fuggenti della nostra esistenza.
Natalia Cellini, artista toscana, attraverso i materiali racconta la sua storia, la storia della sua terra, la Maremma, territorio aspro, montuoso, una regione di minatori, di contadini, di gente che vive di terra e con la terra, un’infanzia plasmata da legami e ritualità.
La giovane Alice Biolo invece si è formata dapprima all’Istituto Pietro Selvatico di Padova per poi proseguire i suoi studi alla Glasgow School of Art. Il concetto esplorato nelle sue opere è il tema del dolore e del trauma. Biolo si interessa al lato nascosto dell'animo umano, creando gioielli con scomparti segreti, atti a stabilire un rapporto intimo solo con chi lo indossa.
Le artiste Daniela Repetto e Roberta Consalvo Sances fanno ampio uso del colore sulle superfici dei loro gioielli, ma con tecniche e materiali molto diversi. Nel caso della Repetto, che proviene da una formazione pittorica, la costante presenza di cromie è data dall’utilizzo degli smalti a fuoco, antica tecnica che ha affinato nel corso degli anni. La Consalvo Sances invece utilizza pigmenti che va ad applicare al legno, dove il colore si fonde con le delicate textures create sulla superficie.
Dall’opera di Babette von Dohnanyi traspare eleganza dovuta dall’uso sapiente dei metalli, le loro ossidazioni, il trattamento della superficie e l’abbinamento a pietre che conferiscono colore all’opera. Gioca con le geometrie dando rigore e purezza ai suoi lavori, che entrano in perfetta armonia con il corpo.
Anche nei lavori di Maura Biamonti, Giulia Morellini e Roberta Pavone possiamo osservare l’utilizzo di materiali più consueti per il gioiello, come l’argento, talvolta abbinato a pietre, minerali o ossidazioni particolari, ma dove le forme, questa volta, prendono vita da un contatto diretto e viscerale con la materia che ne guida la costruzione.
Con la modellazione e la stampa 3D, Mariangela Murgia e Alberto Catalano realizzano oggetti estremamente complessi nonstante la loro apparente semplicità. I loro progetti partono spesso da forme naturali e organiche. Quello che vogliono è fissare un fenomeno in una forma in movimento, fluida, che ne esprima il divenire e le sue tensioni interne.
Per la greca Yiota Vogli creare gioielli è un processo meditativo atto a trasformare emozioni come paura, rabbia, tristezza o speranza, in forme multicolore, mediante l’atto di tagliare, arrotolare ed incollare nastro adesivo, componendo forme fragili sostenute da strutture solide, a simboleggiare la fragilità delle nostre vite.
I gioielli di Yoko Takirai e Pietro Pellitteri uniscono la cultura giapponese a quella italiana, in uno studio ed elaborazione del concetto di spazio e movimento. L’ispirazione nel loro lavoro si traduce in forme geometriche che rivelano leggerezza ed eleganza. Il loro è un continuo gioco tra vuoto e pieno, assenza e presenza, forza e delicatezza. Il risultato finale della loro ricerca è dunque un gioiello armonioso, coerente e carico di culture millenarie.
Per concludere, i gioielli presentati in questa mostra rappresentano una finestra sul gioiello di oggi e forse anche su quello di domani, fatto di oggetti ibridi, in parte ricerca artistica, in parte artigianato, in parte design, o anche nulla di tutto questo. E’ un tempo, il nostro, estremamente interessante per il mondo della creatività, difficile da interpretare oggi, ma sicuramente stimolante per tutti noi.
Artisti in mostra:
Maura Biamonti, Alice Biolo, Natalia Cellini, Corrado De Meo, Stefano Fronza, Mari Ishikawa, Yukiko Kakimoto, Giulia Morellini, Mariangela Murgia & Alberto Catalano, Liana Pattihis, Roberta Pavone, Daniela Repetto, Roberta Consalvo Sances, Yoko Takirai & Pietro Pellitteri, Yiota Vogli, Babette von Dohnanyi
Maura Biamonti
Alice Biolo
Mariangela Murgia & Alberto Catalano
Natalia Cellini
Corrado De Meo
Stefano Fronza
Mari Ishikawa
Yukiko Kakimoto
Giulia Morellini
Roberta Pavone
Liana Pattihis
Daniela Repetto
Roberta Consalvo Sances
Yoko Takirai & Pietro Pellitteri
Yiota Vogli
Babette von Dohnanyi