
"Reflections from the Silence" di Lluís Comín
Nell’ambito della programmazione delle mostre dedicate agli artisti della Thereza Pedrosa Gallery di Asolo (TV), si è inaugurata il 17 ottobre la mostra "Reflections from the Silence" di Lluís Comín. Il lavoro dell'artista orafo spagnolo Lluís Comín si caratterizza sempre per la profonda meditazione personale che lo accompagna e la mostra in corso è in assoluto uno dei progetti più introspettivi dell'autore, che lo ha sviluppato in due collezioni: “La Montagna Magica” e “Vestigia”.
“La Montagna Magica” esplora il suo rapporto con la natura e, nello specifico, il suo amore per la solitudine della montagna: "Il profondo silenzio della neve, l'azzurro intenso del cielo o l'impetuoso vento tempestoso fanno sì che si creda negli dei e provocano il ritorno a questo sacro tempio dove l'amicizia diventa una sorta di religione. La montagna è il luogo dove i sensi e le emozioni diventano più acuti, dove si apre una parentesi di ricordi e dove il tempo è relativo e la libertà assoluta". La nuova collezione “Vestigia”, invece, è un percorso introspettivo iniziato durante il lungo periodo di isolamento, in cui l'artista riflette sul presente e sul futuro dell'umanità come specie.
L'autore stesso racconta il suo pensiero:
"Noi Homo sapiens tendiamo a credere di vivere il momento più bello della storia della nostra specie. Ma... la nostra evoluzione ha un senso? Dove ci porta la rivoluzione tecnica? Puntiamo davvero a raggiungere la "felicità"? Di solito pensiamo che il modo in cui affrontiamo la vita sia superiore a quello di chi ci ha preceduto. E tenendo conto che lo stile di vita e il benessere economico delle nostre società "avanzate" sono superiori a quelli delle precedenti, mi chiedo davvero se stiamo migliorando come specie. Crediamo di essere moralmente superiori. Ma perché, ad esempio, i nostri attuali canoni di bellezza femminile sono migliori di quelli dell'epoca in cui Rubens dipinse "Le tre Grazie"? Se guardassimo alla nostra attuale civiltà dal punto di vista del futuro, troveremmo sicuramente in essa aspetti strani, forse anche assurdi. Molti di questi aspetti potrebbero ora essere considerati come "verità". Anni fa un mio maestro mi ha detto una cosa che mi è stata molto utile: la parola "morale" è in origine latina (mos, moris..) che significa "abitudine". Le nostre certezze sono quindi totalmente relative e legate al contesto. Con il passare del tempo, saremo solo le vestigia di un momento storico, come lo furono i triolobiti e i mosaici romani. Quindi, a meno che non riusciamo ad essere meno arroganti e non iniziamo a preoccuparci davvero degli altri e dell'ambiente, il nostro atteggiamento potrebbe portare alla fine della nostra specie. Forse... in futuro qualcuno dissotterrerà uno dei miei gioielli... e dirà in una lingua straniera: "Vestigia del XXI secolo". Questo accadrà sicuramente se non ci saremo estinti.”
Lluís Comín, Vestiges 5, spilla